Auld Lang Syne

“Auld Lang Syne” è un poema scritto dallo scozzese Robert Burns nel 1788 e arrangiato sulla melodia di una canzone popolare tradizionale.

E’ conosciuto in molti paesi, in particolare in quelli di tradizione anglosassone, e viene tradizionalmente usato per celebrare l’inizio del nuovo anno allo scoccare della mezzanotte.

E’ anche cantato ai funerali, lauree, e come un addio o fine per altre occasioni.
Il movimento internazionale Scout Boy giovanile, in molti paesi, lo usa alla fine del Jamboree e degli altri raduni.

Il titolo scozzese della canzone può essere tradotto in inglese letteralmente “lungo dal vecchio”, o più idiomatico, “tanto tempo fa”, “tempi passati” o “vecchi tempi”.
Di conseguenza, “For Auld Lang Syne”, come appare nella prima riga del testo, è liberamente tradotto come “per (amore di) vecchi tempi”.
La canzone comincia ponendo una domanda retorica sul fatto se sia giusto dimenticare i vecchi tempi, ed è generalmente interpretato come una chiamata a ricordare le amicizie di lunga data.

Ovviamente ci sono molte differenti esecuzioni ed adattamenti di questo pezzo, con il canto o solo con la musica…..a me e’ piaciuto molto nella versione di Mariah Carey, che su YouTube si trova anche in versione Karaoke, per divertirci a cantarla tutti insieme!

Denver – La “mia” Mile-High City –

Denver – La “mia” Mile-High City –

Come al solito, preciso che questa mia piccola descrizione di Denver non vuole essere una guida, ma non e’ nemmeno un dettagliato diario. Sono solo le mie impressioni e il miei ricordi su questa citta, visitata nel settembre 2011 nel mio giro nella Real America.

Denver infatti e’ stata per me una grande sorpresa. Pensando al Colorado pensavo ai cowboys, ai boschi, ai minatori della corsa all’oro; e mi aspettavo una citta’ dal sapore antico, magari con case di mattoni e viali alberati.

Niente di piu’ falso: Denver e’ una delle citta’ piu’ avveniristiche che io abbia mai visto.

Il downtown e’ un’insieme di grattacieli modernissimi, e le case del secolo scorso sono solo su un paio di strade dietro al Campidoglio.

Denver e’ la capitale dello stato del Colorado, chiamata la Mile-High City perche’ a 1600 metri sul livello del mare, ossia un miglio. Noi ci siamo stati a fine settembre, e abbiamo avuto la fortuna di avere giornate di sole, che rendevano l’aria frizzantina e piacevole.

La citta’ e’ molto grande, un’area metropolitana fatta da cittadine attaccate. Noi avevamo preso l’hotel a Lakewood, una zona ad ovest della tristemente nota Aurora.

La nostra visita del centro di Denver si e’ svolta in una giornata, giornata in cui abbiamo camminato molto. Infatti Denver, nella sua Downtown, e’ piuttosto limitata per le auto, e parecchie strade sono esclusivamente pedonali. Abbiamo posteggiato in un multipiano, e da li’ abbiamo camminato parecchio.

Il cuore della citta’ e’ l’area attorno al Civic Center Park – Noi siamo arrivati alla grande area del Civica Center provenienti dalla 16th Street, dove si concentrano i negozi, i cinema, i ristoranti e i teatri della citta. Una via esclusivamente pedonale, percorsa al centro da piccoli autobus elettrici completamente gratuiti che vanno su e giu’ senza interruzioni; la 16th Street non per nulla e’ chiamata Pedestrian Mall, perche’ ti da la sensazione di un unico grande centro commerciale. E’ interamente coperta dal Wi-Fi cittadino, ed e’ affollatissima di studenti , con molte fontane, piazzole, panchine: insomma un luogo molto fruibile per tutti.

Da li’, siamo arrivati al Civic Center Park, un enorme spianata fatta da giardini e viali, dominata dal Capitol.

Noi siamo arrivati all’ora dell’intervallo del pranzo, e ci siamo stupiti di vedere la quantita’ di impiegati che affollavano i locali e che facevano la fila davanti ai chioschi mobili di hotdog e specialita’ etniche. C’è un motivo: Denver, dopo Washington, e’ la citta’ americana con piu’ impiegati governativi. La sua posizione centrale nel paese ha fatto si che l’amministrazione vi concentrasse un gran numero di uffici. Probabilmente la giornata di sole aveva fatto uscire a passeggio nel break di pranzo molte persone, ma credetemi, la folla di persone ci ha colpito.

Passato il Civic Center Park, eccoci davanti ad una delle costruzioni piu’ particolari che io abbia mai visto: il padiglione Hamilton del Denver Art Museum. Il museo e’ un complesso di edifici, in alcuni dei quali sono custodite collezioni interessanti. Ma l’ultimo padiglione, quello progettato dall’architetto Libeskind, conosciuto come “padiglione Hamilton” e inaugurato nel 2006 e’ qualcosa di indimenticabile.

La forma intanto e’ indescrivibile: praticamente una specie di piramide al contrario, con un gran numero di facce, luccicante nel sole perche’ esternamente rivestita di titanio e vetro. Nei giardini che lo circondano ci sono sculture modernissime, e tutto il complesso e’ davvero particolare, inusitato.

Dopo un giro completo dell’edificio, e tante foto, abbiamo deciso di tornare alla macchina per un giro nel Golden Triangle, la zona piu’ ricca e signorile di Denver, dove ci sono le ultime case del XIX secolo rimaste. Quella piu’ conosciuta e’ la casa di Molly Brown, che oggi ospita un museo. Molly Brown, nata poverissima sposo’ un minatore, che trovo’ una miniera d’oro (nel vero senso della parola). Diventata ricchissima fu un personaggio centrale per la vita culturale di Denver alla fine dell’Ottocento, e fu anche mecenate di artisti e benefattrice di opera caritatevoli. Si adopero’ molto per i diritti delle donne e dei bambini, e grazie a lei nacquero orfanotrofi e case di accoglienza; noi la conosciamo soprattutto perche’ e’ la sopravvissuta del Titanic piu’ famosa. Ricordate “Titanic”? Lei era interpretata da Kathy Bates, e proprio per questo benne soprannominata “The unsinkable Molly”, l’inaffondabile Molly. La sua casa oggi e’ museo, e vengono permanentemente esibiti reperti originali del Titanic.

A Denver c’è altro, ovviamente, ma ci sono anche localita’ graziose nelle vicinanze. A parte la vicinanza con il Rocky Mountain Park, e le cittadine di Boulder e Estes Park (deliziosa), altre localita’ carine raggiungibili in giornata sono Colorado Springs e Manitou Springs.

Colorado Springs e’ una cittadina a forte vocazione turistica, circondata da montagne, con una strada principale con negozi di arte e abbigliamento. Ci sono parecchi hotel con SpA e attivita’ destinate ai visitatori.

Manitou Springs, anch’essa cittadina turistica, sembra sia stata in passato una delle mete preferite degli hippies. Io non ho visto nessun hippy, in compenso in un negozio ho visto in esposizione i calumet per il fumo di marjuana, quelli in vetro tipo narghile’, e le pipe per lo stesso uso!

Nelle vicinanze ci sono anche Pikes Peacks, una montagna percorsa da una strada tramite la quale si arriva al punto piu’ alto raggiungibile in auto, oltre 4.000 metri, e Cripple Creek, una cittadina di minatori oggi trasformata in paradiso dei casino’ –

Last but not least, vicino Denver c’è un fantastico Outlet, il Castle Rock Outlet

http://www.outletsatcastlerock.com/

Stephen King non c’entra nulla, l’unico ad essere terrorizzato sara’ il vostro direttore di banca!

Il Continental Divide e il Wolf Creek Pass –

Non mi sono mai vergognata di quello che non so, perche’ quando non conosco una cosa ho lo stimolo per imparare qualcosa di nuovo.
Se leggo o sento una parola nuova, vado subito a prendere il vocabolario.
Se non posso farlo subito, o quando sono all’estero e leggo una parola che non conosco, me lo appunto, e quando e’ possibile controllo.

Nel 2011, in Colorado, ho scoperto l’esistenza dei Continental Divide, (o Great Divide) ovvero dello spartiacque per definizione, la linea geografica che divide i fiumi che sfociano nell’Atlantico da quelli che sfociano nel Pacifico.

Il concetto di spartiacque e’ molto comune, ovviamente coincide con una catena montuosa, e ce ne sono diversi per ogni continente. ma il Great Divide e’ anche geograficamente molto suggestivo, in quanto corre da Nord a Sud, dall’Alaska al Messico, fino al Canale di Panama, per poi proseguire, con un nome diverso ma sostanzialmente continuo, lungo le Ande fino alla Patagonia.

In pratica e’ la spina dorsale dell’America, e negli USA attraversa alcuni dei posti geograficamente piu’ interessanti, il Glacier Park, Yellowstone, il Rocky Mountains National Park.
E’ difficile da credere, ma esiste anche un Trail che lo segue per oltre 5.000 chilometri, e che attraversa cinque stati, assumendo talvolta l’aspetto di una strada asfaltata ma spesso restando una semplice strada di campagna.

E sembra che ci siano persone che realmente lo percorrono, anche in bicicletta e in solitaria :

Il mio incontro con il Great Divide avviene il 21 settembre 2011, giornata di trasferimento da Durango a Denver. Avevo sentito parlare di Divide gia’ a Yellowstone, ma sinceramente non mi aveva colpito. Forse la mia mente in quel momento era piena di cosi’ tante cose che non c’era spazio per altre novita’. Ma quel giorno, percorrendo la US160 verso Nord, stavamo attraversando la Rio Grande Forest, e ci siamo trovati a passare dal Wolf Creek Pass, dove il Divide era segnalato e ben spiegato.

La cosa incredibile di quel posto e’ che, pur trattandosi di un passo di montagna a oltre 3000 metri, veniva raggiunto da una strada larghissima di due corsie per lato, illuminata e presidiata dalla Police Patrol. Sul picco un posto panoramico, un ampio parcheggio, ovviamente targhe, segnali e strutture pubbliche “di conforto”

Inutile precisare che quella che a settembre e’ una bella gita al freschetto, nei mesi invernali puo’ diventare una avventura alla Jack London (e senza Zanna Bianca).

N.B. Ho studiato soprattutto qui https://en.wikipedia.org/wiki/Continental_divide

Le Figlie della Repubblica del Texas – The Daughters of the Republic of Texas (DRT) –

Il complesso dell’Alamo e’ diventato Patrimonio Mondiale dell’Umanità solo lo scorso 6 luglio 2015.

Patrimonio Unesco

La cura del monumento dal 2011 è responsabilità dello Stato del Texas.
Ma prima?

Incredibile a credersi, la cura di un tale patrimonio storico fino al 2011 è stata gestita da una associazione di donne, discendenti lineari dei soldati della Repubblica del Texas, ovvero le Figlie della Repubblica del Texas, The Daughters of the Republic of Texas (DRT)

Le Figlie della Repubblica del Texas – The Daughters of the Republic of Texas (DRT)

Questa associazione nasce nel 1891, con la finalità di perpetuare la memoria del coraggio dei soldati che hanno combattuto per la libertà del Texas ai tempi in cui il Texas era una Repubblica indipendente.
Nel tempo le finalità dell’associazione si sono estese agli studi storici, alla tenuta di una biblioteca storica, e soprattutto alla cura del complesso dell’Alamo.

Per farne parte bisogna dimostrare di essere discendenti dirette di persone che hanno servito il Texas prima del 1846, ovvero militari, politici, e amministratori statali.
Le Figlie della Repubblica del Texas hanno un archivio storico di tutto rispetto, e oggi sono oltre 7.000.

http://www.drtinfo.org/membership-2/how-to-become-a-member

http://www.4006271860.com/2015/10-12/59146016.html

http://www.notaryofflorida.com/20aQXo05/

La cosa più notevole da raccontare, è che quando alla fine del XIX il monumento dell’Alamo cominciò ad avere dei danni strutturali pesanti, queste donne piene di risorse trovarono il modo per metterlo in sicurezza, coinvolgento nei loro progetti una ereditiera texana, Clara Driscoll, che fornì le somme per comperare il complesso, e prendersene cura.

Tutt’ora le intraprendenti signore delle Figlie della Repubblica del Texas organizzano le manifestazioni in ricordo della Battaglia di Alamo, come quella a cui io ho assistito nell’Aprile del 2015 –

Eccole pronte alla sfilata, nei loro bei vestiti bianchi e i cappelli rossi con i fiori, la loro “divisa” di gruppo.

Le mie fonti : Wikipedia

https://en.wikipedia.org/wiki/Daughters_of_the_Republic_of_Texas

Il sito ufficiale delle Figlie della Repubblica del Texas

http://www.drtinfo.org

The Alamo – San Antonio (Texas) – The Shrine of Texas Liberty – Il tempio della libertà del Texas –

The Alamo – San Antonio (Texas)

The Shrine of Texas Liberty – Il tempio della libertà del Texas –

Gli abitanti del Texas sono fieri del loro Stato, si sentono quasi abitante di una Nazione diversa rispetto agli Stati Uniti.
Questo loro aspetto nazionalista, quasi di presuntuosa superiorità, ha delle ragioni storiche molto precise.
Il Texas infatti nella prima metà dell’Ottocento, ha goduto di una propria indipendenza, guadagnata a prezzo di sangue, con battaglie epiche che ancora oggi si ricordano.

Una di queste fu la battaglia di Alamo, combattuta il 6 marzo 1836, che portò al massacro di oltre 250 combattenti, texani ma anche soldati provenienti da altri stati del Sud, fra cui il famoso Davy Crockett.
L’onta fu lavata nel sangue poche settimane dopo, con la battaglia di San Jacinto del 21 Aprile 1836 al grido di “Remeber Alamo”, e così il Texas diventò una Repubblica autonoma fino al 1845, quanto fu annesssa pacificamente e consensualmente agli Stati Uniti d’America.

L’Alamo nasceva in verità come Missione religiosa, con il nome di Missione di San Antonio de Valero. Abbandonata dai religiosi, fu utilizzata come presidio militare dalle truppe ribelli texane con il nome di Fort Alamo.

Oggi è una delle destinazioni turistiche più conosciute del paese , sicuramente la più nota di San Antonio e probabilmente del Texas, sia per l’amore del popolo statunitense per le vestigia del loro pur recente passato, sia per la carica patriottica che il luogo trasmette, tanto da essere chiamato “The Shrine of Liberty – Il tempio della Libertà”

E’ al centro di San Antonio, facilmente raggiungibile, con un posteggio molto vicino, a pochi passi dal Riverwalk e dall’Hotel Menger, un hotel storico che al tempo della guerra di indipendenza texana era una casa di piacere. Oggi il Menger vale la pena di essere visitato per la splendida sala da ballo e il patio in stile messicano.

All’interno dell’Alamo (vale la pena ricordarlo, dove non si paga biglietto di ingresso) c’è un Museo dedicato alla guerra di indipendenza Texana e ai reperti della storia del grande paese.

Il sito ufficiale dell’Alamo di San Antonio, con tutte le indicazioni per la visita.

The Alamo – http://www.thealamo.org

Il sito ufficiale dell’Hotel Menger:

Hotel Menger – http://www.mengerhotel.com

Le mie fonti, che mi hanno aiutato a capire qualcosa di più del periodo storico, visto che quando mio cugino mi ha raccontato le vicende ne ho capito si e no la metà (povero il mio inglese!):

Wikipedia – Battaglia di Alamo

Wikipedia – The Alamo

Questa è la ricostruzione della Battaglia di Alamo nella vetrina di un negozio della Hall del Menger Hotel, specializzato in soldatini da collezione. La foto non è mia, ma ho visitato il negozio nella mia visita a San Antonio, il Kings X Toy Soldiers

King X Toy Soldiers

The Alamo